La pianta di canapa: le origini e la grande possibilità per il nostro Futuro!

La pianta di Canapa, conosciuta fin dall’antichità è originaria dell’Asia centrale e sacra per il popolo Hindu.
La Canapa o Cannabis è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. Secondo alcuni pareri comprende un’unica specie, la Cannabis Sativa che a sua volta si divide in altre varietà, secondo altri si divide in tre specie diverse, la Sativa, Indica e Ruderalis.
Le piante di canapa sono sia monoiche (utili per la produzione di semi a uso alimentare) sia dioiche. I fiori maschili (staminiferi) sono riuniti in pannocchie terminali e ciascuno presenta 5 tepali fusi alla base e 5 stami. I fiori femminili (pistilliferi) sono riuniti in gruppi di 2-6 alle ascelle di brattee formanti corte spighe; ognuno mostra un calice membranaceo che avvolge strettamente un ovario supero e uniloculare, sormontato da due stili e due stimmi.
Questa è una pianta erbacea, una lunga radice a fittone e un fusto eretto o ramificato, con escrescenze resinose, angolate, a volte cave, specialmente al di sopra del primo paio di foglie. Ha un’altezza media che varia da 1,5 e 2 metri, alcune specie però possono essere alte fino a mezzo metro e altre addirittura fino a 5 metri (Sativa ).

La Canapa è una pianta “RICCA”, ricca di innumerevoli sostanze che ne condizionano anche la reputazione agli occhi del mondo, al contrario metaboliti con speciali caratteristiche fanno si che i frutti di questa
pianta trovino gradimento in più settori.

Il contenuto di metaboliti secondari vincola la tassonomia in due sottogruppi o chemiotipi a seconda dell’enzima preposto nella biosintesi dei cannabinoidi. Si distingue il chemiotipo CBD, caratterizzato dall’enzima CBDA-sintetasi che contraddistingue la canapa destinata a usi agroindustriali e terapeutici e il
chemiotipo THC caratterizzato dall’enzima THCA-sintetasi presente nelle varietà di cannabis destinate a produrre inflorescenze e medicamenti. L’ibrido f1 manifesta la contemporanea presenza di entrambi i maggiori cannabinoidi CBD e THC confermando l’aspetto politipico della cannabis.
I preparati psicoattivi come l’hashish e la marijuana sono costituiti dalla resina e dalle infiorescenze femminili ottenute appunto dal genotipo THCA-sintetasi. Tale sottogruppo fu coltivato fino alla seconda metà del secolo scorso, nonostante fosse stato proibito negli anni ’20-’30 l’uso come medicina (ma
affrontando la questione terapeutica nei casi previsti impiegando tinture o estratti fitogalenici). Tali genotipi, fino ad allora, erano, per così dire, “domesticati” (se confrontati con i valori odierni), venendo impiegati nella costituzione di ibridi altamente produttivi utilizzati in campo industriale.
Analogamente, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, furono selezionate dapprima in Francia, Polonia e Russia le varietà destinate a usi esclusivamente agroindustriali, ottenute dal genotipo CBDA-sintetasi, distinte da un contenuto ormai irrisorio (se riferito ai valori originari) sia del metabolita specifico sia dei cannabinoidi minori.

Il genere umano negli ultimi 40 ha una mission davvero ardua, fondamentale per la propria sopravvivenza, arrivare sempre più ad una indipendenza da combustibili fossili.
E’ difficile immaginare una società che non utilizzi il petrolio per i suoi molteplici usi, oppure i milioni di alberi abbattuti ogni anno e dei danni procurati all’ambiente dalle molteplici tonnellate di rifiuti prodotte giornalmente ovunque.
Difficile, ma non impossibile!
A tutte queste problematiche potrebbe giungere in soccorso la pianta della Canapa. Con le materie prime della canapa si possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente, tessuti, carta, plastiche, vernici, combustibili, materiali per l’edilizia ed anche un olio alimentare di altissime qualità.

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